Powered By Blogger

Cerca nel blog

giovedì 5 agosto 2010

Ghe pensi mi!

Cero! Si può governare un Paese come se fosse un'azienda!

Tenendo però ben presente che l'azienda ha nella sua sostanza, due caratteristiche fondamentali:

1 - L'azienda non è DEMOCRATICA, ma organizzata in scala gerarchica.

2 - L'azienda, per sua natura, punta al profitto. Il profitto va al suo PROPRIETARIO.

Per cui, ribadisco, si può governare un Paese come fosse un'azienda, ma, nel resto del mondo, questo si chiama DITTATURA!

mercoledì 4 agosto 2010

martedì 3 agosto 2010

Bossi e il federalismo.

Mettiamo insieme un po' di fatti.

1- La Lega è un partito centralista, dove Bossi comanda in modo assoluto. Tutti quelli che hanno provato a distinguersi anche di poco sono stati segati.
2- La base ideologica della Lega è fatta di "Roma ladrona". Basti pensare all'ultima esternazione del Senatur sullo stato delinquente che ruba i soldi ai poveri padani (dimenticando che è al governo da anni con Berlusconi). Quello che li tiene insieme, dunque, è solo la chimera del federalismo, che risolverà di colpo tutti i problemi.
3- Appena è scoppiata la crisi Berlusconi-Fini il Senatur ha subito detto che avrebbe sostenuto il premier, costi quello che costi, perchè il federalismo "va portato a casa". Ha immediatamente escluso di poter sostenere un governo tecnico, anche se guidato da Tremonti o Draghi, che certamente sono federalisti.
4- E' probabile che la crisi possa sfociare in elezioni anticipate...

Parliamo un po' di federalismo.

Lasciando da parte i costi che una riforma federale potrebbe avere, un federalismo accettabile deve possedere alcune caratteristiche. Non può spaccare il Paese, quindi deve prevedere compensazioni per le zone svantaggiate. Deve dare poteri effettivi alle regioni e ai comuni, in materia di imposte per le prime e di gestione di servizi pagati con queste imposte per i secondi
Avvierebbe, cioè, come succede in Germania, negli Stati Uniti, in Svizzera... un'autonomia effettiva dei territori e la nuova classe dirigente, come accade in quei Paesi, si formerebbe a livello locale, con il consenso popolare per il modo in cui avranno goovernato e con accordi tra tutti per nominare i leaders nazionali.

Pre-conclusioni

Un federalismo di questo tipo a Bossi non potrebbe assolutamente piacere. Primo, perchè verrebbe contestato dai padani, convinti che al sud non deve andare niente. Secondo, perchè i presidenti di regione avrebbero un'autonomia ed un potere effettivi e potrebbero, quindi, uscire immediatamente dai diktat del Capo e da un partito assolutamente centralista.
Le elezioni anticipate, infine, sarebbero una sciagura, probabilmente irrimediabile, per l'Italia, ma permetterebbero al Bossi di fare la campagna elettorale gridando ai traditori che hanno affossato il federalismo.

Conclusioni effettive

Il federalismo, per Bossi, sarebbe una sciagura. Metterebbe fine alla sua stessa ragione di esistere, come partito e, soprattutto, come Capo.

Per cui BOSSI NON VUOLE IL FEDERALISMO!!!

lunedì 2 agosto 2010

C'è un nuovo gruppo su Facebook...

...a cui ho aderito. Si chiama La pelle dell'orso e questo è il link:
http://www.facebook.com/group.php?gid=148084965202030&ref=ts

domenica 1 agosto 2010

Mi sorgono pensieri globali...

Dunque, la globalizzazione. Uscendo per un po' dalle miserie italiane, questo è un problema veramente "globale". In occidente si sta delineando un attacco feroce alle conquiste sociali, civili e del mondo del lavoro ottenute dalla rivoluzione francese in poi. Il risanamento dei bilanci degli Stati deve essere perseguito con abbattimenti dei diritti, allungamento delle attività lavorative, tagli ai servizi. In più c'è un abbassamento generalizzato dei salari e delle remunerazioni. La ricchezza, sempre più, è nelle mani di pochi "grandi", mentre aumenta il numero di chi non ce la fa. Anche il ceto medio sta soffrendo, per mancanza di certezze e di lavoro. In Italia una destra becera rende tutto questo più evidente e pericoloso, ma mi pare che la tendenza sia generalizzata. Sembra incomprensibile. Se comprimi i redditi e tagli i servizi come puoi pensare di avere uno sviluppo? Se la gente non ha soldi in tasca come può comprare l'auto nuova, l'ultimo modello di computer, la casa? Però i "ricchissimi" non fanno mai le loro scelte a caso. Credo che a loro dei singoli Paesi non freghi proprio niente e che importi solo, in definitiva, che sia salvaguardata e, possibilmente, aumentata la loro ricchezza "globale". Penso si siano resi conto che i mercati dell'occidente sono "maturi", cioè saturi e che, quindi, la soluzione è quella di crearne di nuovi. Perciò, invece di puntare sull'innovazione, invece di investire su settori quali l'economia verde, si possono mantenere produzioni obsolete ed inquinanti semplicemente sostituendo i mercati, creandone di nuovi. Per cui si punta sui cinesi, gli indiani, i brasiliani...e si aggiungono tre miliardi di "consumatori" che devono ancora farsi la macchina, la lavatrice, il televisore e il telefonino...
I redditi di quei Paesi, infatti, lentamente stanno aumentando, un po' per le conquiste sindacali, che ricordano tanto le nostre lotte di un secolo fa, un po' perchè gli aumenti garantiscono il consenso sociale ai governi in carica. Insomma, secondo me, visto che le risorse non sono infinite vanno riallocate.
In definitiva, la decrescita dell'occidente garantirà ai capitalisti dominanti la possibilità di incrementare il consumismo in tutto il resto del mondo.
Le conseguenze saranno drammatiche. L'inquinamento diventerà incontrollabile. I lavoratori non saranno altro che la versione moderna dello "schiavo" dei tempi passati. Le inevitabili tensioni sociali saranno represse da apparati di sicurezza sempre più potenti, controllati da loro. La democrazia e la libertà diventeranno un ricordo. In pratica, per rimanere al loro "passato", come produzione e profitti, ci stanno rubando il futuro.
La risposta, ovviamente, non può essere "locale" e non può essere quella dell' "arroccamento" (nazionalismi, chiusure, campanilismi...), ma una nuova forza data alla "politica grande", capace di immaginarsi un futuro diverso, dove diventi prevalente la globalizzazione dei diritti, il mantenimento della terra, la liberazione degli esseri umani, l'emancipazione femminile e, soprattutto, il ridare ai giovani una speranza di futuro.
E questo è un lavoro di "sinistra"!
Da promuovere in Europa e nell'intero occidente. Un orizzonte che, anche in Italia, dovrebbe farci capire che non possiamo rincorrere le leghe o i "miracoli immobili" del berlusconismo.
Un orizzonte nuovo, da riempire di contenuti, coinvolgendo le esperienze e motivando le passioni.
Un lavoro affascinante, se saremo capaci di farlo...